Non sono le cinque, non siamo a Londra e non abbiamo in casa neanche una fogliolina di the, ma vogliamo parlare ugualmente per ora della sola pianta, più in là forse aggiungeremo qualche cosa di altro, dunque:
La pianta : Largamente coltivate in tutto il mondo, le varie specie di tè esistenti sono derivanti da un’ibridazione di due piante asiatiche, la Camellia Sinensis, originaria della Cina sud occidentale (nelle zone del Tibet, Yunnan, Kweichkow, Hunan e Sichuan) e la Camenllia Assamica, proveniente dall’India nord orientale.
Questi arbusti sempreverdi raggiungono dimensioni ragguardevoli, fino a sei metri di altezza per la Sinensis ed oltre dieci per la Assamica, anche se comunemente la loro altezza viene limitata a circa un metro e mezzo, permettendo una lavorazione e una raccolta più agile.
Il tè necessita di un clima fresco e umido durante la notte, avvicendandosi con il forte caldo diurno, e di un terreno leggero e ben drenato; condizioni rintracciabili solo negli altopiani montuosi delle zone tropiacali e subtropicali, ad altezze generalmente comprese tra i 1.200 ed i 2.500 metri.
Curiosità : Esperimenti di coltivazione si stanno tentando anche sulla nostra penisola, precisamente nel lucchese, dove la tenacia di alcuni appassionati ha trasformato un’ardita scommessa in realtà, ospitando una pregievole piantagione.
I motivi dell’impresa vanno ricercati nella stessa natura : grazie alla’umidità della zona ed alle trasformazioni climatiche del pianeta, il terreno presenta infatti alcune analogie con i terreni soffici e friabili delle aree tropicali. Il fenomeno non ha potuto non incuriosire perfino i nipponici, che ogni anno inviano una delegazione di esperti per monitorare e studiare le piantine toscane di Sant’Andrea in Compito.
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