Ad un olandese che mangia ad una tavola italiana salta subito agli occhi il posto d’onore che è riservato al pane. E ciò gli deve risultare veramente strano dal momento che sulla tavola olandese il pane fa, a volte, una timida comparsa come antipasto (spesso con burro all’aglio) e poi viene immediamente portato via. In Italia addiriturra, il pane fa parte degli elementi basilari della tavola stessa, cioè va insieme alla tovaglia, ai tovaglioli, all’acqua e al vino.
Il pane viene messo in un bel cestino al centro della tavola e tutti possono prenderne prima e durante il pasto ma, nei pranzi più raffinati il portapane è su un carrello a parte e il pane viene offerto dalla padrona di casa agli ospiti che possono appoggiarlo in un piattino (possibilmente d’argento) a un lato del piatto.
Nei pranzi tra amici si può appoggiare il pane sulla tovaglia vicino al proprio piatto ma metterlo dentro il piatto come si fa in Olanda è segno di cattiva educazione. Gìa nel XVII secolo non era più in voga l’usanza di tagliuzzare con il coltello il proprio pane a tavola: infatti Erasmo da Rotterdam nel suo Manuale di Civiltà raccomandava di spezzettarlo con le dita come si fa, del resto, ancora oggi.
A volte, ma non nei pranzi di gala, si può usare un pezzettino di pane per aiutare la forchetta quando non si usa il coltello. Questo viene fatto anche da persone molto raffinate ma sempre in una situazione informale altrimenti…non si fa!
Con il pane in Italia si usa anche intingere una salsa nel piatto, ciò che gli italiani chiamano “fare la scarpetta”. Questo è tollerato tra amici ma non raccomanderei mai di farlo a Palazzo Reale!