“Il cameriere non esiste più! Chi lavora in sala?”
questo il titolo del concorso indetto nel luglio scorso da Amira, l’associazione italiana maitres alberghi e ristoranti, per valorizzare la professionalità di una figura spesso poco considerata nel mondo della ristorazione. Al concorso hanno partecipato 105 istituti italiani con 321 elaborati che sono stati visionati da una commissione letteraria scelta dal consiglio di presidenza della stampa estera a Roma.
Vincitore è risultato lo studente Paolo Artibani dell’istituto alberghiero De Gasperi di Palombara Sabina (Roma) che ha proposto quale nuovo termine per la figura del cameriere la parola “Convivier”, un termine che entrerà a far parte del vocabolario della nuova hotellerie mondiale.
Al secondo posto si è affermata Giuliana Saba dell’IPSSAR Galileo Ferraris di Iglesias (Ca) con la parola “Cols” ( collaboratore di sala), al terzo posto l’allieva Dafnerosa Giuffrida dell’istituto Etna di Nicolosi (Ct) con il temine “Gourmentier”, al quarto posto lo studente Andrea Baccoli dell’Ipssar V. Dandolo di Bargnano di Corzano (Bs) con il termine di “Restaurant Steward”, al quinto posto la studentessa Ilenia Zabeo dell’istituto Cesare Musatti di Dolo (Ve) con il termine “Platiere”.
La commissione ha deciso, tra l’altro, di assegnare una menzione speciale a Veronica Gieri dell’IPSSAR di Serramazzoni (Mo) con la scelta di “Food Advisier”.
Sede della premiazione, nello scorso mese di aprile, ALMA, la Scuola internazionale di cucina italiana di Gualtiero Marchesi
Ma per cambiare volto ai camerieri italiani, proprio Marchesi non pensa sia importante una nuova denominazione. «Prima di tutto serve dare più forza e più valore a questa importantissima professione – ha commentato – Un cuoco, anche se lo chiamiamo chef, resta sempre un cuoco e la stessa cosa varrà anche per il cameriere.
Bisogna che il cameriere sia una persona che sta bene in sala, e se nobilitiamo la professione non c’è bisogno di cambiare il nome».