Ecco una spezia poco considerata nella cucina occidentale ma che risale all’antichità.
Era conosciuta, infatti, ad Alessandria d’Egitto fin dal 170/180 d.C., utilizzata da Greci e Romani nella preparazione dei profumi. Ne “Le mille e una notte” ne vengono elencate le proprietà afrodisiache. Oggi è ancora molto apprezzata in Sri Lanka, India, Iran e Pakistan.
Si presenta come una capsula che contiene tanti piccoli semi. In commercio si trova sottoforma di capsule essicate da rompere per estrarre i semi, che vanno poi macinati, sottoforma di semi sciolti oppure macinati.I semi di cardamomo tendono a perdere il loro aroma molto facilmente quindi è bene acquistare le capsule essicate e macinare i semi al momento.
Viene usato come condimento e come spezia, come tonico generale, correttivo di sapidità, digestivo eupeptico, antibatterico, battericida, carminativo e antifermentativo, e come conservante naturale.
Si usa nella cura dell’aerofagia, nelle eruttazioni, nelle dispepsie non infiammatorie, meteorismo flatulenza e fermentazioni intestinali.
In Egitto il seme intero viene aggiunto al caffè, arricchendolo di un profumo particolare ed anche le popolazioni arabe nomadi aggiungono spesso il seme intero all’infuso di caffè, solo al momento di servirlo.
È un ingrediente essenziale del caffè arabo, per preparare il quale il seme fresco viene macinato ed aggiunto alla polvere di caffè.
Il cardamomo è anche utilizzato in alcune miscele di spezie, come il baharat arabo e lo zhoug dello Yemen.
I popoli arabi lo usano nella preparazione di piatti a base di riso e carne (come il kabsah), insieme a numerose altre spezie.
La Scandinavia nè ha scoperto gli usi in pasticceria, in salamoie, in punch e vini alle spezie.
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