Caravaggio, il cui vero nome era Michelangelo Merisi, condusse una vita molto movimentata e violenta. Oltre che per la sua pittura rivoluzionaria (alla fine del XVI secolo, i pittori non si ispiravano alla realtà e alla vita quotidiana ma cercavano di rappresentare la bellezza e la nobiltà di soggetti e azioni; Caravaggio, invece, rappresentava la realtà, la “verità”, e quindi cercava i modelli intorno a sé, nella strada e nella vita di tutti i giorni e, per questo i suoi quadri provocavano scandalo) Caravaggio è, purtroppo, famoso anche per il suo brutto carattere:
nera permaloso, litigioso e violento. Ha perfino ucciso un uomo (Ranuccio Tomassoni), nel 1606, per un motivo molto banale: un fallo durante una partita a palla.
Ecco i particolari di una delle liti più famose di Caravaggio, quella con un garzone dell’Osteria del Moro, a Roma, avvenuta nel 1604. Questa è la storia.
Caravaggio entra nell’Osteria. Come al solito porta uno spadone ed ha l’aria spavalda. Si siede e ordina un piatto di carciofi.
Il garzone porta al pittore i carciofi: alcuni sono cotti all’olio, altri invece al burro. Ma quali sono gli uni, e quali gli altri?
Caravaggio chiede chiarimenti ma il garzone come risposta suggerisce al pittore:”Basta odorare per riconoscere quali sono al burro e quali sono all’olio!”
Apriti cielo!
L’artista, irritato per il “suggerimento”, tira piatto e carciofi in faccia al garzone; poi, non contento di aver ferito il poveretto, lo insegue con la spada sguainata per tutta l’osteria.
Chissà se il garzone, dopo, ha cambiato mestiere?