Per la storia bisogna risalire a 4.000 anni fa e recarsi nella regione indiana del Kerala definita “Il giardino delle spezie” luogo di commerci per Egizi, Babilonesi e Assiri.
Più tardi, per greci e romani, il pepe diventa merce di scambio con le popolazioni dell’estremo Oriente.
Per i romani il pepe è appannaggio della classe aristocratica e un bene di gran lusso: Plinio il Vecchio racconta nella sua Naturalis Historia, con tono seccato, che i Romani spendevano inutilmente almeno 50 mila sesterzi l’anno in pepe e spezie provenienti dall’India.
Si racconta, che quando Alarico, re dei Visigoti, invase Roma nel 408 A.C., chiese come riscatto per liberare la città, oltre a ingenti quantità di oro e argento, anche 3.000 chili di pepe nero.
Oggi si trovano in commercio quattro diverse tipologie di pepe che provengono, però, tutte dalla stessa pianta : il pepe bianco, il pepe nero, il pepe verde e il pepe rosso. Ciò che varia è lo stato di maturazione in cui il frutto viene raccolto e la diversa lavorazione cui viene sottoposto.
Il pepe rosa e il famoso pepe di Sichuan nulla hanno a che fare con pepe e spezie perchè sono delle bacche chiamate col medesimo nome unicamente pe la forma rotonda dei piccoli grani.