Ancora un commento (un po’ spostato in tutti i sensi) da, giustamente, collocare in home page. Caro “Corrispondente dalla Rocca”, (ex Lo Smilzo), vuoi deciderti ad acquisire maggiore dimestichezza con i blogmeccanismi e inviare i tuoi apprezzatissimi “articoli” tramite la apposita, graziosa, buca delle lettere presente in alto a destra ovvero per e-mail ? Si assicura, in ogni caso, il massimo apprezzamento anche nella circostanza in cui il medesimo, attuale mezzo venisse riutilizzato.
“Nei giorni scorsi ho letto un libro molto bello, del mio amico Rolly Marchi: “LE MANI DURE”. La sua vita di giovane alpinista, affascinante, drammatica, raccolta nella capacità delle mani, e non solo, di aggrapparsi finanche su inesistenti appigli di pareti a strapiombo. Il Monte Bianco.
Negli ultimi giorni sono stato fortunato, ne ho gustato più di uno. Posso assicurarvi che chi lo ha preparato e chi vuole a questo punto cimentarsi, deve sapere che ci vogliono “mani dure”, da scalatore. Ripulire della buccia un kilo di castagne cotte non è cosa da poco e quindi vi lascio immaginare che mani ha la nostra “Vinaigrette”. State alla larga non si può mai sapere!
Per quanto riguarda il dolce, invece, per chi non lo conosce, posso assicurarvi che è divino. Giusto l’avvertimento della pasticciera del piano di sopra di usare poco cioccolato.
Gustarlo è una vera scalata. Col cucchiaino si entra su quelle pareti arzigogolate, dietro c’è un po’ di neve nascosta da mani sapienti, il “marrone” e il bianco, l’autunno e l’inverno. In bocca le goccioline di saliva crescono a dismisura in attesa del soffice alimento, che quando arriva ti fa chiudere gli occhi e… Non vado oltre perchè altrimenti potrei turbare i vostri pensieri.
Quindi, l’unica cosa che vi resta è di scalare il Monte Bianco, io ci sono riuscito più di una volta e vi posso assicurare che ci riproverò ancora.
Una raccomandazione: Mentre salite non tralasciate qualche piccolo sorso per alleviare la dolce “sofferenza”. Di che cosa? Scegliete tra Passito di Pantelleria, Recioto del veronese, ma non disdegnate un rosso robusto, oserei anche un Rosso di Manduria.
Un’altra raccomandazione: L’ora migliore per la scalata è verso le cinque, dopo aver sostenuto un pranzo leggero, preparatorio. Insomma alzatevi dal pranzo con un po’ di appetito. E’ necessario per attizzare il successivo.
Le corde da scalata? Consegnatele a chi vi è vicino. Le dovrà usare per legarvi le mani, prima o poi, altrimenti rischierete di morire, precipitando? No! Crepando!!!”